IL TEMA: Il novantanove è il numero che caratterizza questa città. 99, narra la leggenda: è il numero di piazze, di fontane e di chiese, ponte di unione tra cielo e terra. L’obiettivo è di creare un nuovo istituto religioso, un pretesto per la rinascita; è quello che storicamente rappresenta il primo polo attorno al quale tutte le comunità iniziano a prender vita. Gli effetti del sisma non sono stati ancora risolti e il concorso vuole mettere un tassello riunificatore nel puzzle disarticolato e apparentemente caotico della città. Il lotto ha una forma triangolare, si trova all’incrocio tra la Via Antonio Pennella e la Via Amleto Cencioni; un passaggio obbligato dove sorgono, quasi a caso, impianti di nuova e speculativa edificazione. Individuare un rimedio intelligente e di qualità, la finalità che le proposte devono perseguire. Non deve questa essere una utopia ma un segno di rinascita pronosticabile.
PRIMO CLASSIFICATO: Scalera Massimo, Piccirillo Andrea
“Più che una nuova chiesa per l’Aquila il progetto è fondato sul ridisegno di un pezzo di città che potesse essere contenitore di nuove funzioni e servizi, con il solo intento di riqualificare e valorizzare il tessuto urbano anche a seguito del grave sisma del 2009. L’impianto è stato pensato come una grande passeggiata pedonale sul verde con questa imponente rampa che cinge il lotto su tre lati, accentra a se stessa la chiesa e culmina con la torre campanaria. Questo tappeto verde contiene sotto di se tutte le funzioni richieste dal bando quali la biblioteca, le aule per la catechesi, un deposito, i servizi, la casa canonica, un auditorium, una ludoteca, una sala per le esposizioni ed a Sud/Est la Cappella della Memoria. Al centro dell’impianto c’è la chiesa con i confessionali e la sacrestia che si apre alla piazza/sagrato a Nord mentre ad Ovest fronteggia la biblioteca.”
SECONDO CLASSIFICATO: Cimini Andrea Jasci
“Le pietre raccontano storie. Storie felici, storie tristi storie tragiche. Non dimenticano ma a volte sono dimenticate. La chiesa delle pietre perdute vuole riportare alla luce delle storie perse in seguito agli eventi del 6 aprile 2009. L’intento è di costruire la chiesa con il materiale proveniente dalle macerie dei paesi del cratere sismico. Dare continuità culturale al mondo aquilano ripartendo da quegli elementi fondamentali che hanno costruito da millenni i suoi spazi urbani. Un processo concettuale che vuole rendere partecipe la collettività alla costruzione della chiesa. Un processo che va aldilà dell’aspetto formale ma che basa le radici su qualcosa di più profondo sulla memoria e sull’amore per la propria terra.”
TERZO CLASSIFICATO: Manzoli Daniela, De Rosis Alessandro, Nardini Christian, Pento Eugenio
“Il luogo sacro appare come generato dal terreno stesso: il tentativo è stato quello di attribuire simbolicamente proprio al suolo, alla terra, i cui imprevedibili sussulti sono stati fonte di tante tragedie per gli abitanti del territorio, la funzione di originare l’intero spazio architettonico e di simboleggiare così la rinascita della città. Ciò che una volta ha distrutto oggi preserva. Il visitatore dalla strada percepisce i volumi, ma ha una lettura soltanto parziale: quello che dall’esterno sembra uno spazio enigmatico si rivela, cambiando il punto di vista, uno spazio intimo e rassicurante, un abbraccio materno che protegge i fruitori del luogo dall’esterno; un gesto che definisce un sagrato protetto come luogo dell’incontro e della socialità a servizio dell’intera città. Gli spazi parrocchiali sono ricavati sui bordi dello scavo, quasi come si trattasse di ambienti, artificiali ricavati nella dura roccia; gli unici elementi volumetrici che si denunciano all’esterno sono il corpo della sala per le celebrazioni e la torre campanaria.”
MENZIONE: Basile Emilio, Marchetti Ettore ed Eugenio
“Si parte dalla creazione di un volume pieno, posizionato centralmente nell’area di progetto che, attraversato da un setto, focalizza la vista verso il centro della città.Gli accessi pedonali sono situati nella parte superiore del lotto; l’accesso carrabile, da dove si sviluppano anche i parcheggi, è situato nella parte inferiore dell’area di progetto. La lettura del contesto, ha portato all’adozione di volumetrie a prevalente sviluppo orizzontale, con coperture a falde uniche, che pur armonizzandosi con l’intorno sfuggono alla seduzione del mimetismo per definire una composizione inedita e solenne. L’obiettivo perseguito è
quello dell’unità di insieme del complesso, pur rendendo distinguibili i vari elementi con le loro funzioni attraverso le differenti volumetrie, e la caratterizzazione dei prospetti.”
MENZIONE: D’Apolito Angelo, Grisi Tino
“Nel costruire una chiesa per L’Aquila va compiuto un passo avanti sul terreno della ri-composizione materica e spirituale e decidere per la chiesa come chiesa e non, sentimentalmente, per la chiesa come monumento. La forma del complesso nasce dalla relazione tra i poli stazionali dello spazio liturgico, intesi come cerniere unite dagli impulsi attivi che attraversano il vuoto dove si compie l’azione celebrativa. Lo spazio cioè si costruisce nel tempo dell’azione, facendo sorgere una relazione esistenziale attraverso la presentazione di un senso oggettivo e universale. Le addizioni dei corpi, chiesa-cappella della memoria-spazi pastorali, si susseguono attraverso una similarità formale e una ricorsività processuale, delimitando la loro presenza urbana nello slargo angolare, riconfigurato come articolata piazza. All’interno, nell’alternarsi di materia scabra e levigata, la luce è l’ambiente; finestre dai vetri chiari e corpi circolari trasludici scavano e irrorano di chiarore lo spessore murario.”
MENZIONE: Campailla Giuseppe, Pinizzotto Pietro, Bracchitta Marco, Spagnolo Domenico
“Così come un sisma dal carattere devastante riesce a far tremare la terra e radere al suolo in maniera distruttiva intere architetture; allo stesso modo il progetto in questione, in termini concettuali, ha voluto riferirsi nuovamente al sisma. Abbiamo immaginato una nuova scossa che modellasse il terreno secondo geometrie sinusoidali e che, invece di distruggere, costruisce. Considerata la sacralità del ricordo abbiamo inclinato la facciata di 43° affinché, alle ore 15:32 del 6 aprile di ogni anno – data dell’evento che ha cambiato la storia del territorio aquilano – i raggi luminosi solari attraverseranno dei fori appositamente ricavati ed entreranno all’interno dello spazio illuminando le 309 placche incise sul muro con tutti i nomi delle vittime del disastro. Rispetto a questioni più meramente tecniche, la struttura dell’edificio è formata da una lunga serie di centine in acciaio, non collegate le une dalle altre, in modo tale da essere flessibili e non rigide in caso di sisma.”
MENZIONE: Fasanaro Giovanni, Martigiani Andrea, Martorelli Elisa
“La proposta progettuale ho l’obbiettivo di dare al luogo una forte identità mirando a conferire una nuova spinta vitale alla socialità. La soluzione planimetrica è stata studiata cercando di creare un luogo di accoglienza e di identità per la comunità, che unisca le funzioni liturgiche e spirituali con spazi dedicati alla collettività comune. Il complesso parrocchiale si articola attorno ad un porticato che unisce i due edifici collegando la chiesa alla sagrestia, alle aule, gli uffici e alla biblioteca. La semplicità degli spazi e la molteplicità di luoghi è scandita e sottolineata dai sottili tagli di luce presenti sui vari lati degli edifici che per la loro dimensione non hanno incidenza in termini di dispersone energetica.”
PREMIO WEB: Renzi Riccardo
“Il tema spirituale pervade l’intera composizione declinata per parti a comporre un insieme eterogeneo, capace di assurgere a simbolo urbano forte e dinamico nelle logiche polari della città de L’Aquila. Il complesso parrocchiale risulta frutto di una nuova consapevolezza specifica di importanza assegnata al crocevia posto tra il cimitero, la viabilità, il campo sportivo ed il grande parcheggio in cui sorgerà il progetto. Il nodo chiesa-complesso parrocchiale viene declinato ritrovando il tema della piazza come elemento centrale della composizione. Il concetto che sta alla base della composizione deriva da una interpretazione formale della preghiera, espressa attraverso la congiunzione di due mani che, tenute aperte, danno forma ad un triangolo da cui si genera la struttura a capanna che richiama simbolicamente i temi sacri della religione cristiana.”
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