IL TEMA: E’ noto come l’avvento della produzione industriale abbia modificato urbanisticamente le città e gli stili di vita. Questo ha comportato una necessaria riconversione dei terreni, e il conseguente abbandono del lavoro agricolo a favore della produzione di serie. Sono nate le città fabbrica e, tutt’intorno, le province dormitori. Uno sviluppo incontrollato che, come nel caso di Taranto, ha reso mal gestibile la produzione, a scapito della stessa salute dell’uomo. Si vuole per questo proporre un “ritorno alle origini”; coscienti dei vantaggi del progresso, mettere la nuova tecnologia a servizio della produzione rurale. L’uomo alla conquista del territorio. Si propongono due tipologie d’intervento. L’area è quella prossima al centro cittadino, al confine con i territori coltivabili, tra la Via Scoglio del Tonno e la Via Lago di Piediluco. Ideale trait d’union il progetto per due nuovi poli naturali: un mercato coperto o una cantina per la produzione vinicola. Invitare i partecipanti a sviluppare una delle due proposte per la riappropriazione del passato. E’ un proposito per riflettere. Non si vive di sola industria. Da oggi, crediamo anche nelle fabbriche di natura.
PRIMO CLASSIFICATO: Bucalo Giuseppe
“Il progetto muove dall’idea tradizionale di fabbrica e provocatoriamente ne vuole fare il verso, spingendo la riflessione del recupero ambientale delle nostre città fino a ripensarne gli stereotipi più radicati. La forma chiusa del capannone, tuttavia, si apre alla città, si smembra in moduli di uguale larghezza, dove ad elastico s’innestano i vari momenti di un nuovo modo di concepire l’attività produttiva, aperta alla natura, al pubblico, e per questo educativa. L’ evoluzione del progetto si conclude con la considerazione che il terreno, area d’interesse, è pur sempre un piccolo sprazzo di campagna che ancora resiste. Si è deciso, perciò, di abbracciare la fabbrica, con un volume più basso. Un semplice piano bianco mosso in alto dal terreno sembra quasi galleggiare su un muro di pietre.”
SECONDO CLASSIFICATO: Valentini Francesco, Romagnoli Elisa, Tartaglia Davide
“L’assenza di linee significative dettate dagli edifici circostanti o dal territorio hanno orientato lo studio iniziale verso esigenze di natura funzionale. Si è deciso di sviluppare l’idea di progetto secondo due direzioni principali, ortogonali tra loro; la prima è l’asse nord-sud,orientamento ottimale per i filari del vitigno,la seconda è l’asse ortogonale ovest-est. Da queste linee direttive,l’iter compositivo si è sviluppato in un progetto articolato sia in pianta che in alzato che ha assunto come orizzonte ideale il concetto della vite:come la vite si sviluppa lungo i tralci rimanendo un corpo unico, così il progetto si sviluppa liberamente nello spazio rimanendo sempre ancorato alle due direzioni di partenza che assicurano ordine ed unitarietà. Nel dialogo con i suggerimenti offerti dal luogo ci si è orientati verso un progetto deciso ma discreto,che si imponga non per la propria ambizione a fare mostra di sé ma piuttosto per il suo desiderio di immergersi nel luogo modellandolo, fino a creare uno spazio vivibile dall’intera comunità.”
TERZO CLASSIFICATO: Grippaldi Igor, Lanzafame Simone Cosimo
“Taranto è una città che vive a stretto contatto con il proprio Waterfront e deve la sua forte industrializzazione alla fabbrica dell’ILVA. Il progetto si propone di rispondere alle esigenze generatesi dalla riconversione dei luoghi favorendo il binomio tra industria e verde agricolo. Il tradizionale processo industriale di produzione, distribuzione e consumo si trasforma e acquisisce così nuove funzionalità strettamente correlate agli spazi verdi come aree ideali per lo svago e il relax. La grande vetrata rappresenta lo snodo tra industria classica e industria verde; le botteghe, disposte parallelamente alla piazza, permettono la definizione di uno spazio comune di integrazione sociale. Commercio e vita comunitaria si fondono in un’unica funzione”