[TEMA] Vienna mantiene intatto il fascino austero delle proprie tradizioni senza rinunciare a spinte innovative e uno spiccato senso civico che rendono questo uno dei posti di miglior vivibilità su scala europea. La capitale d’Austria si compone di ventitré distretti: Innere Stadt, delimitato da un Ring di alberi che ripercorre delle mura difensive demolite, individua il centro antico. Viali alberati e sinuosi edifici barocchi sono i segni di maggiore identità di un luogo che, agli inizi del Novecento, ha conosciuto il suo massimo splendore culturale; nota come Secessione Viennese – movimento artistico volto alla fusione tra le arti – riconobbe in Otto Wagner e Gustav Klimt i principali capostipite del periodo. Il Library Center di Zaha Hadid e le Vienna Twin Towes firmate dallo studio Fuksas sono invece alcuni degli episodi costruiti che hanno caratterizzato l’espansione urbanistica dell’ultimo ventennio. In questo panorama di grande fermento vogliamo immaginare la nuova School of Arts, un’architettura che possa essere contenitore di avanguardie di stampo contemporaneo. Ai laboratori di architettura, fotografia, pittura e scultura si aggiungeranno sale mostre e aree eventi che daranno vita a momenti di confronto e interazione con la comunità locale. Ricomponendo parte di un tessuto urbano circondato da importanti musei cittadini l’edificio sarà il tassello di chiusura di un nuovo distretto per la cultura.
[PRIMO CLASSIFICATO] Jose Isturain_Nadine Sam (PANAMA)
Am Hof è una delle piazze storiche più iconiche di Vienna. Eventi importanti hanno avuto luogo nel corso della storia della città. The School of Contemporary Art, nasce non solo dal risultato di un’analisi funzionale della distribuzione degli spazi richiesta dal programma, ma anche dall’analisi della situazione attuale del contesto che, nonostante l’importanza della piazza, risulta essere troppo caotico. Un altro elemento è il Mariensäule: l’edificio è stato diviso in due comparti creando una fenditura che consentirebbe al Mariensäule di essere l’asse centrale di connessione visiva al Wohnhaus. Di fronte al Wohnhaus, dove prima c’erano parcheggi, è stata disegnata una piazza ad uso pubblico che è a servizio dell’intera comunità locale. Gli elementi verticali che caratterizzano l’edificio rendono regolari le facciate proponendo un senso di drammatico rigore e austerità.
[SECONDO CLASSIFICATO] Augustìn Pina_Mauro Morgades_Javier Nadal (URUGUAY)
L’arte è stata ridefinita innumerevoli volte nel corso della sua storia. Progettare una scuola d’arte implica la necessità di comprendere come i linguaggi si evolveranno per poter trasporre questa intenzione in una forma costruita. L’edificio è stato concepito in maniera molto aperta. L’impianto formale è artefatto neutro: il volume è un cubo sopraelevato su un basamento trasparente che riflette il contesto essendo Vienna un luogo carico di storia e significati da valorizzare. La struttura reticolare che compone la parte superiore della costruzuone è un gesto di avanguardia, un segno contemporaneo nella città storica che prosegue il progressismo di cui le correnti artistiche si sono fatte portatrici nel corso dei secoli. Il coronamento in oro simboleggia la prosperità culturale, vera ricchezza alla quale l’umanità non deve mai rinunciare.
[TERZO CLASSIFICATO] Juan Tunòn Espinosa_José Anelo Romero (ESPANA)
L’obiettivo di progetto è immaginare un contenitore di avanguardie artistiche. È possibile che i cambiamenti imminenti nelle scuole non provengano dalla tecnologia, ma dipendano da profondi stravolgimenti sociali. La sfida di progetto è quella di reinventare un modello spaziale che incoraggi la collaborazione creativa tra discipline accademiche in un ambiente flessibile. Tale flessibilità è volta alla ricerca di spazi infinitamente riprogrammabili tali da consentire connessioni visive e funzionali. Il volume è reso compatto da una pelle metallica d’oro, rimando alla filosofia pittorica di klimt. Si genera così un edificio che diviene contenitore di didattica e esso stesso un manifesto di valorizzazione storico artistica.
[MENZIONE] Gabriele Feliziani (ITALY)
Il progetto parte dall’idea di voler ridare al luogo la caratterizzazione di piazza per la città, uno spazio liberamente fruibile e che si apre a molteplici utilizzi. The School of Arts si inserisce in maniera leggera, plasmando il terreno senza renderlo intransitabile. La genesi formale è semplice, due punti del piano della piazza, i due agli antipodi, vengono rialzati creando il piano di copertura del volume che viene poi svuotato nel centro per creare il lucernario. In questa maniera il complesso ha uno sviluppo quasi esclusivamente ipogeo, una natura introversa che tuttavia non preclude la possibilità di avere spazi ben illuminati e piacevoli. L’accesso alla scuola avviene attraverso una rampa che si incunea nella piazza, che si affianca alla Mariensäule e che culmina con una piccola corte che segna l’entrata al complesso. Al secondo e terzo livello sono disposti gli spazi espositivi e I laboratori. Al centro della planimetria un’area verde illuminata dal lucernario collocato al centro della copertura.
[MENZIONE] Sophie Angrilli_Valentina Labriola_Giuseppe Tarasco (ITALY)
Il progetto nasce dalla scomposizione di una forma base, il parallelepipedo. Questo elemento, semplice ed essenziale, viene scomposto e ricomposto nel disegno della pianta, mantenendo però la sua geometria regolare. L’ispirazione per la forma trae spunto dai concetti dalla Secessione Viennese: non sono stati infatti i temi o i colori usati da Gustav Klimt ad ispirare il progetto, ma il particolare uso che fa delle forme geometriche. La proporzione è quindi parte fondamentale del progetto, motivo per il quale il rettangolo di base non ha una misura arbitraria ma è stato costruito seguendo la proporzione aurea. La forma generata è soggetta inoltre all’inserimento nel contesto del quale vengono ripresi gli assi viari. La piazza ipogea viene intesa come filtro, un ambito urbano che può essere utilizzato anche durante le ore di chiusura della scuola. Un senso di aggregazione ricercato anche nel piano di copertura, superficie calpestabile che diventa un nuovo punto di vista sulla città.
[MENZIONE] Victor Antonio Morer Olmos_William Sevilla Penaherrera (ESPANA)
Introdotto nel tessuto urbano di Vienna, tra le strade irregolari e le facciate storiche, il progetto si pone come reinterpretazione contemporanea dell’identità locale. Seguendo gli assi, le direzioni e gli allineamenti degli edifici vicini come modo di comprendere e relazionarsi con l’ambiente. Viene proposto uno spazio che si forma, da un lato, attraverso l’astrazione del linguaggio architettonico viennese, d’altro offrendo una versione più moderna che propone elementi leggeri, trasparenti e diafani. Il cortile svolge un ruolo di primo piano come fonte di luce naturale. Tutto ciò insieme alla disposizione di pareti mobili che mirano a fornire flessibilità e versatilità nello svolgimento delle attività didattiche.
[MENZIONE] Agnieszka Cmiel_Kinga Branka (POLAND)
Analizzando l’ambiente circostante l’edificio propone un design che diventa un punto di riferimento per la piazza e allo stesso tempo crea uno sfondo per gli edifici circostanti. La facciata traforata, così pensata per dare dinamismo ai prospetti, trae ispirazione dalla tavolozza pittorica sulla quale le vernici sembrano essere colate. Al fine di fornire più luce alla scuola, i pannelli sono stati interrotti da un buon numero di forature. Le forme arrotondate della copertura e delle vetrate suggeriscono fluidità e invitano il visitatore a entrare. Le aule, disposte ai piani superiori, permettono al piano terra di essere facilmente penetrabile consentendo ai visitatori in uscita o in entrata di orientarsi facilmente all’interno del contesto urbano.
[MENZIONE] José Manuel Ruiz Duenas_Rubén Pavçn Estévez (ESPANA)
Comprendendo il suo contesto urbano, il progetto viene inserito come elemento scultoreo di forte rappresentatività su scala urbana. Il volume mantiene elevazioni parallele alla facciata della piazza, ad eccezione di quella principale, che prende come riferimento l’angolo della chiesa Kirche am Hof, un segno di rilevanza storica. L’edificio non cerca solo la sua integrazione formale o materiale esternamente: questa stessa strategia è riprodotta all’interno in cui il processo di svuotamento è nuovamente protagonista. Lo spazio è collegato da un vuoto centrale. Comprendendo il bisogno di apertura anche i piani superiori, attraverso il disegno di spazi a doppia altezza, permetteranno alla luce di penetrare e alla materia di risultare più leggera.
[MENZIONE] Ventsislav Kartselin (BULGARIA)
Il momento presente ci ricorda quanto importanti siano gli spazzi collettivi che compongono le città. La proposta si concentra sulla commistione che sussiste tra ambito pubblico e privato proponendo uno spazio fruibile a livello strada. Posizionati attorno alle aree verdi, che fungono da punti cardine, i laboratori si sviluppano in maniera aperta per promuovere interazione didattica. La connessione tra i livelli è raggiunta attraverso l’uso di sistemi di collegamento verticale all’aperto. Un altro elemento vitale della composizione è l’ascensore, un totem che riflette la realtà circostante e diventa elemento di richiamo al luogo.
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