#TURINCALL

Architect looking at blueprints

TEMA: Torino è una città dal carattere austero e rigoroso che deve la sua identità a un processo storico di lungo corso. Le prime testimonianze di insediamento risalgono al III secolo a.C. ma è nel XVI secolo, durante il ducato di Savoia, che si registra un importante processo di espansione territoriale e culturale. Piazza Castello, edificata durante il periodo ducale, e la Mole, oggi sede del museo del cinema, sono alcuni tra i simboli di maggiore riconoscibilità. In questo contesto dai forti rimandi storici vogliamo immaginare un’architettura capace di rigenerare un sito dismesso nell’area occidentale della città. Il luogo, posto a ridosso dell’importante museo della Sindone, diventerà la sede del MUTUC, Turin Museum of Chocolate, un polo capace di imprimere un rinnovamento all’area urbana circostante. Sale espositive, laboratori artigianali, aree ristoro, rappresenteranno spazi d’incontro a servizio della comunità locale. Un’architettura che diventi contenitore in cui raccontare una delle più rinomate tradizioni locali, la lavorazione del cioccolato, ma che sappia esaltare, attraverso un desiderio di rigenerazione, la radice progressista di cui Torino si è fatta promotrice nel corso della sua storia.


PRIMO CLASSIFICATO: Thomas Gossler (AUSTRIA)

TEG109

“La città di Torino è stata per secoli pioniera nella produzione del cioccolato. L’obiettivo del progetto è quello di creare uno spazio in cui cioccolatieri e consumatori si uniscano per celebrare la loro passione per il prodotto simbolo della città. Nei laboratori artigianali, i visitatori possono entrare a far parte del processo di trasformazione della materia prima cioccolato mentre negli spazi espositivi apprendono la storia. L’edificio diventa elemento di rinnovamento per l’intera area; l’idea è quella di progettare un museo che sia uno spazio interattivo e multifunzionale. Il design è un rimando al prodotto per il quale nasce: la forma ricorda una barra di cioccolato fondente e combina forme organiche con spazi multifunzionali. All’esterno sono utilizzati policarbonato e metallo, mentre all’interno sono presenti legno, pietra e cemento. Su di essi il tetto che diventa una nuova icona riconoscibile per la città.”


SECONDO CLASSIFICATO: Giulia Prosperi, Claudio Costantino, Antonio Michele Demaio (ITALY)

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“Torino è una città austera e rigorosa che deve la sua identità ha un lungo processo storico. La geometria del TUrin Chocolate MUseum è lineare e mira ad adattarsi armonicamente alla griglia ortogonale del tracciato urbano. L’edificio ha un disegno pulito con al centro una corte; lo spazio pubblico interno diventa transizione tra la città e il museo, una piazza con una leggera pendenza che accompagna i visitatori verso l’ingresso del foyer, del bar e dell’auditorium al piano terra. I laboratori artigianali e le sale espositive sono invece disposti ai piani superiori. Oltre che funzionalmente, i tre piani si distinguono anche a livello formale: il piano terra si impone esternamente come una base che sostiene, il primo piano è completamente vetrato per stabilire una connessione tra interno ed esterno, l’ultimo livello è ermetico, chiuso grazie a un rivestimento dorato fatto di lastre metalliche, una facciata ventilata che ricorda la carta da imballaggio cioccolata. L’edificio vuole affermarsi come un piccolo gioiello che si mostra alla città.”


TERZO CLASSIFICATO: Mattia Venir, Paolo Bonora, Lorenzo Cotrer, Stefano Melis, Pietro Petrollese (ITALY)

CCUT05

“L’area di progetto non presentava un’organizzazione definita, era necessario inserire una volume capace di dare identità al luogo e con esso stabilire una forte relazione di appartenenza. L’ingresso principale è rivolto verso la piazza interna e, sormontato da una tettoria aggettante, invita i visitatori all’interno degli spazi museali. Gli spazi funzionali sono contenuti all’interno di un unico grande volume che nella forma è un chiaro rimando alla barretta di cioccolato. I piani di copertura, caratterizzati da differenti altezze, favoriscono una lettura dinamica delle facciate e svestono la costruzione dal suo aspetto monolitico. Il Cor-ten che caratterizza le superfici esterne è un chiaro rimando al colore del cioccolato e le lastre, prima opache poi forate, sono in netta contrapposizione con il primo livello vetrato così pensato per favorire la relazione tra interno ed esterno.”


TERZO CLASSIFICATO: Pietro Pellegrini, Enrico Valentino Tagliaboschi, Lorenzo Ciancarini, Andrea Graffagnino (ITALY)

TA4LP0

“L’area di progetto è al contempo un luogo dimenticato della città ma baricentrico se raffrontato all’Archivio di Stato, l’Anagrafe Centrale e il museo della Sindone, importanti istituzioni per la città di Torino. L’obiettivo di progetto era stabilire una relazione con le costruzioni storiche che circondano il sito d’interesse: il volume fuori terra, dalla forma assai contemporanea, assolve alla funzione di connettore ottico con le fabbriche circostanti, verso le quali rivolge il proprio orientamento, diventando un forte elemento di richiamo su scala urbana. Al suo interno sono contenute le aule didattiche e i laboratori messi a servizio della comunità per conoscere la storia del cioccolato durante eventi e mostre che diventano importanti momenti d’integrazione. La piazza pubblica è un trait d’union con gli spazi ipogei dove sono collocate le sale espositive in ricerca di un maggiore senso di introspezione. Coni di luce dorati sono sistemati nell’area della piazza per permettere alle sale di porsi a favore di sostenibilità ed essere illuminate in maniera naturale durante le ore del giorno.”


PROGETTO MENZIONATO:  Paul Ancelin, Quentin Rouxel (FRANCE)

QP5RA2

“Il museo deve essere un luogo di incontro e di ricerca, una galleria pubblica dove la gente del posto si reca durante il tempo libero per socializzare e conoscere le proprie tradizioni. L’edifico, lungo il livello strada, conserva la forma esistente, in ricordo di un passato industriale che ha caratterizzato la precedente costruzione, ma si trasforma in un basamento di vetro che permette ai flussi in entrata una relazione costante con l’esterno. I piani superiori, schermati da sistemi semi trasparenti, contengono al proprio interno le sale del museo che affacciano sulla corte centrale, un grande giardino scoperto che riporta alla memoria le corti i giardini tipici della cultura piemontese. La reinterpretazione della storia e la restituzione attraverso forme contemporanee si fondono in questo progetto per donare alla città un elemento di nuova riconoscibilità.”


PROGETTO MENZIONATO: Caterina Dalsasso, Maria Vittoria Gubbiotti, Benedetta Polini, Mariia Semibratova (GERMANY)

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“Il progetto si inserisce all’interno di un’area diventata oggi un quartiere culturale ma precedentemente avente una forte vocazione industriale. L’edificio si colloca al centro del perimetro di intervento con il suo aspetto monolitico e in chiaro rimando alle fabbriche metallurgiche alle quali la città di Torino deve parte della propria identità. Il disegno planimetrico molto lineare propone un sistema di percorsi in contatto diretto con la piazza circostante. Il primo livello, totalmente vetrato, permette agli utenti di mantenere un contatto visivo con il luogo e alla luce di illuminare in maniera naturale gli spazi in terni. Le sale espositive, in ricerca di una maggiore privacy, sono isolate e schermate da superfici opache. La copertura inclinata è progettata per essere anch’essa percorribile offrendo agli unenti un belvedere proteso sul contesto.”


PROGETTO MENZIONATO: Marlena Michalska, Anna Czapla, Filip Gawin, Jakub Sitek (POLAND)

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“L’edificio si propone di suscitare, attraverso la propria forma, un sentimento di curiosità e mistero. La torre rappresenta un elemento di richiamo su scala urbana volto ad attirare a sé il visitatore che, avvicinandosi al costruito, intuisce la presenza di spazi ipogei. Alla torre panoramica, che permette di poter osservare le Alpi da un punto di vista privilegiato, si accede attraverso una rampa che funziona da copertura per la zona ristoro collocata sotto di essa. Di altro tenore sono gli spazi sotto il livello strada nei quali i fruitori inizieranno il loro percorso: le sale sono disposte attorno un corridoio illuminato da cubi vetrati che richiamano agli stampi utilizzati per la fusione del cioccolato. Le alberature, pensate per disegnare un polmone verde nascosto, caratterizzano lo spazio centrale diventando elementi d’ombra per la piazza.”


PROGETTO MENZIONATO: Ryuta Inaba (JAPAN)

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“La griglia regolare di Torino è uno dei maggiori segni di identità del luogo. Un altro elemento da riportare sono i porticati che caratterizzano il centro storico edificati dai regnanti del passato per entrare in città. In funzione della storia il progetto prevede una regolarità nell’involucro esterno che fa rifermento alle tipiche costruzioni locali con porticato e copertura a falde. Nella parte esterna sono stati inseriti laboratori e sale espositive, nel corpo curvo centrale, protetto in una scatola di vetro, è sistemato un auditorium/sala lettura dove i fruitori possono spendere il proprio tempo per documentarsi e socializzare. La sala di vetro è così pensata per evidenziare la contrapposizione tra la tipologia costruttiva della città, solida e austera, e il nuovo segno di contemporaneità, leggero e all’apparenza inconsistente.”


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