#STOCKHOLMCALL

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[TEMA] Le quattordici isole sul lago Malaren che compongono la città di Stoccolma conservano un trascorso lungo settecento anni che racconta la storia della capitale svedese. Gli edifici di fine Ottocento, le chiese gotiche, parchi e boschi caratterizzano una capitale dal respiro europeo nella quale architettura e natura convivono in perfetto equilibrio. La metropoli è un luogo d’arte: tra queste la linea del metrò in cui le fermate diventano momento di scoperta delle opere di artisti locali in esse esposte. Artigiani e designer contribuiscono al mantenimento della tradizione locale, in particolar modo a Gamla Stan, un dedalo di stradine medievali che compongono il centro antico. Stockholm Workshop Center sorgerà sull’isola di Stadsholem per contribuire a mantenere vivo il fermento culturale dell’intero distretto. Laboratori per la lavorazione del legno e aree espositive offriranno ai visitatori un nuovo spazio di interazione. Un’architettura che, collocandosi su una linea di confine, diventi connessione tra l’abitato e la costa.


[PRIMO CLASSIFICATO] Bogomaz Elena_Korablev Andrey_Timofeev Ilya_Aliia Akhmetshina (RUSSIA)

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Gamla Stan è un quartiere con una storia antica, un posto in cui edifici densi e strade strette lasciano pochi spazi liberi. L’area d’intervento sembra staccata rispetto alla città, ricorda un tronco d’albero tranciato. L’intero sviluppo del museo è ipogeo, non altera la morfologia del sito e preserva la funzione piazza. I livelli interni sono disposti a raggiera, individuano le sale interne e riportano alla memoria i cerchi concentrici della corteccia d’albero. Tutti i laboratori, seppure differenziati dalla diversa quota, sono tra loro connessi visivamente e valorizzati da rifiniture in legno che conferiscono, in contrapposizione con le bianche facciate esterne, unità agli ambienti espositivi. La piazza illuminata diventa un richiamo facilmente riconoscibile durante le ore notturne. L’idea di progetto fonde la tradizione amata della città vecchia di Stoccolma con una visione sobria e funzionale. Mantenere un rapporto contiguo tra passato e presente permette ai cittadini di riconoscere la propria storia guardandola attraverso un nuovo racconto.


[SECONDO CLASSIFICATO] Viktoriia Aloshyna_Oleksandr Levytsky (UKRAINE)

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“Il luogo è tra i migliori per passeggiare e trascorrere del tempo in rapporto diretto con la linea di costa. Il progetto insiste sul concetto di iceberg, molto accade nella zona ipogea per non intralciare la fruizione del sito. Il tetto, come un foglio di carta che si erige al cielo, diventa un inatteso belvedere sulla costa, una zona fruibile per coloro che decidono di trascorrere il proprio tempo all’aperto. Le aree di ricevimento sono a livello strada: protette da una grande vetrata trasparente permettono all’edificio di mantenere una costante relazione tra interno ed esterno. Le sale, collocate in ambienti ipogei, permettono alle persone di vivere un’esperienza in cui il focus diventa il design degli oggetti esposti.”


[TERZO CLASSIFICATO] Yordan Kirilov (BULGARIA)

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“Le arti e l’artigianato sono gli aspetti più importanti che portano avanti l’identità culturale di una nazione. Le piazze sono spesso il luogo nel quale si tramandano tradizioni e si commerciano prodotti, il luogo nel quale le persone si incontrano; l’area di progetto si rivolge a una di queste piazze, un luogo circondato su due lati dal quartiere storico e sul terzo dal mare. La proposta intende mantenere e consolidare il valore dell’ambito pubblico come luogo ad interesse sociale collocandolo nel mezzo dei due blocchi costruiti. Nel volume più basso, protetto dal resto dell’edificio, si collocano i laboratori mentre sale espositivi e aree ristoro sono contenute sul lato opposto in una continua interconnessione tra le parti. Le facciate, totalmente vetrate, sono interrotte unicamente da lamelle in legno utili a canalizzare i flussi luminosi verso l’interno. I tetti giardino diventano un ulteriore luogo di fruizione rendendo il piano di copertura un ambito a servizio della comunità.”


[MENZIONE] Uda Visser_Marijn Mees (HOLLAND)

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“In tempi in cui la vita pubblica diventa sempre più segregata, la domanda di edifici che facilitano l’interazione e lo scambio sta diventa sempre più urgente. Il Workshop Center è concepito come un luogo di ritrovo all’aperto simile a un mercato. L’impronta dell’edificio segue la trama triangolare del luogo: un processo di estrusione verticale genera il blocco architettonico che viene manipolato lungo il piano di copertura. Gli interni sono divisti in tre grandi aree: lo spazio centrale, i laboratori e le botteghe artigiane, e il passaggio di connessione tra la costa e il distretto storico. Capriate e pilasti in legno diventano un unicum strutturale che rimanda alla funzione dell’edificio e permette l’alternanza tra superfici trasparenti e elementi opachi. Di notte, la varietà di luce esalta i pieni sui vuoti permettendo all’edificio di riflettersi sul vicino specchio d’acqua.”


[MENZIONE] Bebin Loic (FRANCE)

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“Il progetto rispetta la conformazione dell’area d’intervento senza rinunciare a uno spazio che abbia una propria identità. Il volume costruito segue le giaciture esistenti: lungo la strada il disegno è fluido nel rispetto delle percorrenze veloci che caratterizzano l’asse viario. L’angolo rivolto agli edifici preesistenti assume la conformazione di piazza, è il luogo attraverso il quale transitare per dirigersi verso l’ingresso. La zona centrale dell’edificio, totalmente vetrata, è pensata per distribuire i percorsi verso le sale e i laboratori collocati lungo i lati. L’affaccio diretto sul grande atrio a tutta altezza permette alle persone di vivere in costante relazione un luogo nel quale è necessario un continuo scambio di idee. La copertura, lievemente inclinata verso il mare, unisce sotto la propria superficie i diversi ambienti in ricerca di uniformità.”


[MENZIONE] Jack Fox_Naeko Pan_Chan Hou Io (CHINA)

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“Spazi aperti e chiusi, luoghi pubblici e privati si susseguono in costante interazione. Il disegno planimetrico segue la conformazione del sito ma trasforma totalmente l’idea di utilizzo del suolo. Laboratori e uffici e sono in rapporto diretto con la corte centrale dove è disposto un anfiteatro scoperto, luogo di ritrovo durante eventi pubblici. Tra i laboratori e la zona ristoro c’è un ulteriore spazio aperto, un passaggio tra la zona della costa la città. Il piano superiore, totalmente dedicato alle aree espositive, è un fronte unico che affaccia sul mare: la vetrata continua illumina i percorsi tra le sale e apre una visuale protesa verso il mare. L’alternarsi di pieni e vuoti, il continuo gioco di trasparenze propone una dinamica d’insieme molto fluida e in rapporto diretto con il luogo.”


[MENZIONE] Alexandre Billaudeau (FRANCE)

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“La città di Stoccolma ha una relazione privilegiata con la natura che la compone, tutto è connesso. Seguendo questo approccio il workshop center mira a collegare i distretti della città facendo confluire i flussi all’interno di questo nuovo luogo per la cultura. L’edificio mantiene la sua funzione di piazza pubblica: la forma è concepita in modo leggero – intende dialogare con l’esistente – diventa un segno organico proteso all’orizzonte. La reception, collocata sul lato protetto del sito, diventa spazio di canalizzazione dei flussi e luogo nel quale le esposizioni inviteranno i fruitori ad entrare. La scala centrale permette agli utenti di portarsi verso il piano superiore dove le sale sono collocate in ricerca di maggior silenzio. Il patio scoperto, generato dalla torsione del volume, diventa luogo di sosta e interazione.”


[MENZIONE] Matteo Torracchi (ITALY)

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“L’edificio è concepito con un unico gesto architettonico che preserva i valori storici del pur creando un volume con una propria riconoscibilità. Il progetto si costituisce su tre punti fondamentali: la forma triangolare dell’edificio, la corte interna e l’auditorium scoperto. Il perimetro segue la forma del contesto e prevede al proprio interno un’arena scoperta da cui è possibile godere di un’ottima vista sul panorama. La corte verde circolare è concepita come un grande vuoto che consente all’aria e alla luce di penetrare verso l’interno. Il piano curvo a sbalzo è utile a creare zone di riparo per le persone che entrano o escono dal workshop center.”


[MENZIONE] Fer Robin (FRANCE)

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“L’edificio mantiene una discreta altezza per non alterare la percezione delle facciate retrostanti; si compone di tre archi che intersecandosi generano una piazza pubblica centrale. I tre volumi disegnano una forma capace di resistere ai forti venti che per circa cinque mesi all’anno spirano dal mare a forte velocità. Lamelle in legno caratterizzano le superfici della facciate dove vetrate a tutta altezza permettono alla luce di penetrare in maniera ottimale. Hall, aree ristoro e laboratori sono collocati al livello strada per mantenere un rapporto diretto con il luogo; le sale espositive sono posizionate al piano superiore in ricerca di un maggior isolamento. Totalmente aperta è la facciata rivolta verso il mare dove si ha la sensazione di trovarsi all’esterno seppur protette all’interno dell’edificio.”


[MENZIONE] Irina Kapunkina (RUSSIA)

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“La creazione di un luogo pubblico diventa intervento particolarmente delicato in un contesto dalla forte identità storica. Il progetto intende reinterpretare in maniera contemporanea le facciate medievali che circondano l’area di intervento. Torri, tetti spioventi, muri in mattoni diventano elementi compositivi che caratterizzano il design contemporaneo del nuovo workshop center. Gli spazi di collegamento tra i diversi livelli sono collocati nel corpo centrale mentre i due ingressi distinguono l’accesso dedicato ai visitatori e agli artigiani. I percorsi con l’area d’intervento diventano fondamentali: una pista ciclabile attraversa l’intero edificio mentre, procedendo in verticale, è possibile giungere alla torre belvedere che svetta sulla città. Aree verdi completano le dotazioni funzionali per offrire agli utenti zone necessarie alla sosta.”


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