#BRUSSELSCALL

[TEMA] Brussels è la sede politica d’Europa, ospita edifici ad alto valore istituzionale che ribadiscono la vocazione di tramite alla quel è possibile ricondurre i motivi della fondazione in cui la città era collegamento tra Colonia e Bruges. La Grand Place, patrimonio UNESCO, è delimitata dagli edifici in stile classicheggiante che ne compongono le quinte e un tempo sede della corporazione dei mestieri. Il Museo del Design o l’estensione del Palazzo Europa proiettano nel nuovo millennio la matrice multi etnica che da sempre rappresenta il cardine della tradizione locale. Bruxelles è quindi un luogo fulcro nel quale far convergere culture provenienti da ogni luogo d’Europa; la Casa delle Arti sarà un luogo nel quale mostre, laboratori e workshop diventeranno occasione d’incontro e di dibattito. L’edificio diventerà un’icona riconoscibile su scala urbana permettendo alle nuove avanguardie di alimentare le spinte propulsive da sempre proprie alla città belga.

[PRIMO CLASSIFICATO] Alejandro Gutiérrez Plata, Maria Carmen Figueroa Martin (ESPANA)

Dalla fine del XIX secolo il re Leopoldo II decise di trasformare questo significativo spazio della città in un quartiere delle arti, il tessuto urbano stesso è stato il supporto di base per la costruzione di importanti edifici e istituzioni legate al mondo dell’arte e alle sue diverse forme di espressione. Tenuto conto di tutto ciò, il programma richiedeva una soluzione urbanistica e paesaggistica capace di intrecciare il centro città con le aree periferiche. In considerazione di questo si decide di creare dei percorsi che siano in grado di unire spazio pubblico e privato. Il programma viene distribuito su più livelli: il livello di accesso dispone di un importante spazio destinato a ricevere e indirizzare i visitatori verso i padiglioni espositivi che fanno della luce un importante trait de union. La costante unione visiva e spaziale con l’esterno diventa elemento fondante della proposta che intende porre l’edificio in connessione diretta con il luogo.

[SECONDO CLASSIFICATO] Franziska Brorken, Patrick Mager (GERMANY)

Avvicinandosi all’edificio il visitatore percepisce la grande scala di connessione di fianco alla quale è collocato l’atrio. Nello spazio di fruizione centrale i visitatori possono incontrarsi per poi indirizzare i propri percorsi verso le sale disposte intorno. Lungo le facciate dell’edificio troviamo altri ingressi che permettono l’utilizzo degli spazi anche in maniera indipendente mentre, le vetrate a tutta altezza che sovrastano gli accessi, favoriscono il passaggio della luce durante l’intera giornata. Le trasparenze che delimitano il confine con l’eterno permettono all’edificio di essere in continuo dialogo con il luogo dove le numerose fiorire, con annesse sedute, diventano spazi di sosta all’aria aperta.

[TERZO CLASSIFICATO] Matvey Negoda (RUSSIAN FEDERATION)

Bruxelles è una delle città più antiche del Belgio che colpisce per la sua bellezza, cultura e incredibile architettura medievale. The Arts House è composta da tre blocchi funzionali ed è orientata in modo tale da rivelare tutto il suo volume e rivolgere la facciata anteriore verso le principali direzioni pedonali. Il primo piano comprende i seguenti spazi: una hall, un laboratorio di tessuti, una sala espositiva, un ristorante, un deposito attrezzature per la manutenzione, uffici e un bagno pubblico. Sale espositive e laboratori sono collegati da un corridoio di facile accesso per consentire alle persone di condividere la propria creatività e comunicare tra loro. La trasparenza delle pareti della Arts House conferisce leggerezza all’edificio consentendo al fruitore di porre la propria attenzione sui percorsi di accesso alla copertura. Il tetto è un anfiteatro scoperto che può essere utilizzato come belvedere panoramico.

[MENZIONE] Mariana Marelli Létiz, Leandro Augustin Cercato, Santiago Marelli, Ignacio Mazzucchelli (ESPANA)

Il progetto prende forma tenendo in considerazione i flussi pedonali che riconosciamo dall’Agoraplein alla Grand Place. La proposta si ispira all’origine della capitale belga: un tetto a mantello che si eleva dal suolo rimanda all’idea di isole provenienti dalla palude avvolgendo sottilmente scatole programmatiche che assumono una forma organica. Le funzioni si sviluppano verso il basso; a quota strada troviamo gli spazi di accesso mentre i laboratori sono ipogei. La struttura in legno della copertura sostiene un tetto giardino, una piazza verde fruibile durante tutta la giornata. Il vuoto centrale permette al visitatore di proiettare lo sguardo verso l’interno dell’edificio che permette agli spazi coperti di connettersi idealmente al cielo.

[MENZIONE] Anastasia Voronchihina (RUSSIAN FEDERATION)

Il progetto intende dare vita alla parte centrale della piazza, in modo che lo spirito del luogo non cambi. Si intende disegnare un’isola verde che funzioni da catalizzatore per attrarre a sé persone provenienti dall’intera area circostante. L’edificio risulta parte integrante della piazza esterna, le piantagioni verdi diventano un tramite direzionale che conduce direttamente al tetto verde. La componente aggregativa risulta essenziale, le persone possono ritrovarsi in una piazza che diventa incubatore sociale su macro scala. L’accesso all’edificio avviene attraverso la grande vetrata centrale che, oltra ad alleggerire la percezione del costruito, permette alla luce naturale di penetrare in maniera costante. Gli ambiti funzione – sale espositive e lavoratori artistici – cono collocati ai piani interrati, in ricerca di una fruizione controllata che eleva la privacy in fase d’uso.

[MENZIONE] Xianglei Ding, Leyi Wang, Wenhao Gu, Wenhao Bai (CHINA)

L’edificio ha una forma ascendente che si propone di introdurre dinamismo all’interno dello spazio urbano. Le vetrate a tutta altezza che circondano la hall consentono agli ambienti di essere illuminati durante l’intera giornata. Le funzioni dell’edificio, per non innalzare troppo la costruzione oltre il livello strada, sono disposte a un livello ipogeo: laboratori, sale espositive e auditorium compongono i tre livelli inferiori ai quali si accede percorrendo una scenica scala curva centrale. La privacy che deriva isolando gli ambienti dal contesto permetterà agli artisti e ai fruitori di godere di un’esperienza di fruizione coinvolgente e priva di distrazioni esterne. Il tetto giardino che caratterizza la superficie di copertura diventa una piazza pubblica esterna a servizio della comunità locale.

[MENZIONE] Joaquin Laage Jarpa, Diego Trecaman Colombo (CHILE)

La Rue du Marché aux Herbes è una delle strade principali di Bruxelles, in Belgio. Il contesto cittadino è caratterizzato da un gran numero di edifici storici e culturali, tra i quali spiccano un gran numero di case in stile barocco. Il progetto ricerca semplicità e delicatezza: le diverse altezze mostrano il predominio degli spazi nel progetto, dove l’atrio d’ingresso si eleva sopra gli altri per accogliere tutti i visitatori e per prendere valore come fulcro catalizzatore. Su un lato della hall si trova il ristorante mentre al primo livello è disposta l’area verde che diventa punto di connessione con le altre funzioni dell’edificio. La struttura in legno e vetro conferisce leggerezza e trasparenza all’edificio ricercando una continuità visiva con la prospicente Rue du Marché aux Herbes.

[MENZIONE] Honglin Li, Chenyu Huang (USA)

Costruire dune ondulate che emergono dal terreno in maniera irregolare ha reso possibile il disegno di percorsi dinamici capaci di svuotare il centro dell’area di intervento. L’obiettivo della nuova casa delle arti è quello di creare una piazza fluida pur avendo un impatto minimo sul suolo.  A livello ipogeo sono disposti i laboratori e le sale espositive; tutti gli spazi di servizio di back-of-house sono raggruppati a nord dell’edificio, per garantire la massima efficienza per il resto dello spazio del programma. Il tetto ricoperto d’erba funge da area salotto per incontri pubblici, mentre i lucernai in vetro permettono alla luce naturale di penetrare verso l’interno. La facciata in vetro della nuova casa delle arti riflette il cielo e gli edifici circostanti rappresentando un nuovo rapporto tra il passato e il presente.

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