IL TEMA: L’Acropoli è il luogo simbolo di Atene, un imponente sperone di roccia utilizzato in epoca arcaica come baluardo difensivo. Nel VII secolo sveste il suo ruolo militaristico per diventare luogo di celebrazione delle divinità: la costruzione del Partenone, dei Propilei, dell’Eretteo e del Tempio di Atena Nike valgono al sito il riconoscimento di patrimonio UNESCO. L’agorà, invece, ha rappresentato il fulcro commerciale e politico della città dove si sono ritrovati tutti i più importanti filosofi ellenici. La storia millenaria di Atene non ha smesso di rinnovarsi nel corso dei secoli. In questa atmosfera colma di significati vogliamo immaginare un’architettura capace di tradurre le istanze di passato in nuova contemporaneità. THE TERRACE OF ACROPOLIS sorgerà a poca distanza dagli antichi templi per offrire un punto di vista privilegiato sull’area archeologica. Diventerà un polo d’incontro funzionale dove auditorium, zone ristoro e spazi mostre diventeranno luoghi d’interazione per mostre e eventi.
PRIMO CLASSIFICATO: Luciano Bonelli, Alan Aguirre (ARGENTINA)
“Questa sfida risponde all’esigenza di costruire un luogo per la contemplazione. L’edificio deve reinterpretare le forti caratteristiche dell’architettura greca classica per disegnarle in modo contemporaneo. Il prisma che genera il volume riprende le proporzioni dei templi classici facendo dei gradoni di copertura un belvedere che può avere la funzione di teatro scoperto. Il piano inclinato è bucato centralmente per consentire a chi proviene dal basso di inquadrare il Partenone e connettersi alla strada sul lato opposto. Le vetrate di chiusura degli ambienti permettono alla luce naturale di penetrare al meglio mentre, sui lati opposti ,sono posizionati i sistemi di collegamento alle diverse sale”.
SECONDO CLASSIFICATO: Oscar Moreira (URUGUAY)
“Il luogo del progetto è condizionato dalle piccole stradine che caratterizzano il quartiere. Il nuovo edificio deve diventare uno spazio pubblico accessibile a tutti dal quale poter osservare la bellezza delle antiche architetture elleniche. Il volume, tagliato su un lato, permettere la costruzione di una piazza pubblica che, unitamente agli spazi coperti, può diventare un luogo a servizio della comunità. La copertura è un tetto verde, un parco inclinato che canalizza i flussi su un piano capace di dare continuità alla piazza sottostante. Il programma progettuale mira ad innestare nuovi significati sociali offrendo agli utenti un punto d’incontro”.
TERZO CLASSIFICATO: Santiago Escobar Apis, Joaquìn Echenique (ARGENTINA)
“La città alta si configura come il luogo verso il quale convergono i quartieri sottostanti. Il progetto vuole fare propria questa forza catalizzatrice proponendosi esso stesso come luogo d’incontro e scambio culturale. La piazza a livello strada diventa il primo luogo d’interazione: spinge gli utenti verso l’interno dell’edificio che, adagiato sulle vetrate sottostanti, sembra essere sospeso nel vuoto. Gli spazi funzionali sono dominati dalla corte centrale, una piazza interna sempre illuminata che incoraggia l’utilizzo dello spazio privato scoperto. Il grande cono che completa la costruzione sul lato Nord funziona come un cannocchiale volto ad inquadrare la maestosità del Partenone”.
MENZIONE: Filippos Pitouropoulos Kontonis, Maria Christina Arapi, Ioanna Kritikou (GREECE)
“L’area del progetto è nel centro di Atene, a ridosso della storica via Dionysiou Areopagitou voluta dall’architetto D. Pikionis nel 1955 per offrire ai pedoni una vista non bloccata dell’Acropoli. Una chiara enfasi è stata data, durante il processo di progettazione, all’interazione tra il nuovo edificio e la città attraverso la creazione di percorsi di accesso e passeggiate. Si è deciso di combinare due sistemi: il primo, è un percorso pubblico che, in estensione della strada pedonale, circonda l’intero progetto permettendo alla struttura di diventare un museo all’aperto; il secondo sistema prevede una stretta connessione tra aree funzionali distinte che possono integrarsi reciprocamente durante eventi pubblici. Il blocco trapezoidale si compone di una superficie semi trasparente che permette alla luce di entrare in maniera controllata e ai visitatori di scorgere l’Acropoli. Il volume laterale funziona da area espositiva e, unitamente alla passerella sospesa, implementa il blocco principale. La piazza centrale, posta a quota più bassa, consente ai fruitori di mantenere un contatto diretto con il quartiere che circonda l’edificio. Arte, scienza e interazione sociale, diventano parte integrante della città storica”.
MENZIONE: Oracio Eduardo Sessa (ARGENTINA)
“La strategia di progetto consiste nel ridurre l’impatto di un nuovo edificio in un ambiente ad alto valore simbolico. La soluzione costruita diventa un edificio da percorrere e attraversare, una risposta urbana che integri strade e piazze attraverso un uso flessibile dello spazio pubblico. La piazza è un luogo nel quale contemplare e ammirare le vestigia custodite sull’Acropoli mentre le tribune, la piazza pubblica e gli ambienti ipogei costituiscono tre differenti piani di lettura e fruizione. L’auditorium coperto si può fondere con la piazza e viceversa offrendo integrazione e flessibilità tra gli ambienti che compongono il programma d’insieme”.
MENZIONE: Kyriakos Giannakidis, Elvira Kamberi (GREECE)
“L’idea principale è di conferire il giusto tributo ai monumenti dell’Acropoli. Bisognava creare un edificio capace di riproporre in chiave contemporanea gli elementi che compongono il Partenone: gli stilobati, i sekos e la trabeazione. Il volume principale, all’interno del quale è collocato l’auditorium, è un prisma sospeso, riprende il colore che ricopriva le colonne degli antichi templi. La torre laterale, utilizzata per connettere la piazza a livello strada e la terrazza superiore, prevede una superficie trasparente sulla quale si scaglia il riflesso del Partenone. Il marmo applicato sulle superfici opache è, invece, il materiale costruttivo locale, chiaro rimando alla tradizione del passato”.
MENZIONE: Barbara Lopez Kaseb, Maria Paz Lauletta, Maria Pilar Quiles (ARGENTINA)
“Elevando la costruzione il piano terra è rimasto libero per diventare un’agorà pubblica. Il volume costruito lascia intendere la sua presenza non rinnegando una composizione monolitica che, opportunamente alleggerita da bucature, trasmette una chiara intenzione di integrazione al contesto. La scelta di uno spazio finito incarna una ricerca di certezze ben rappresentata dalle forme classiche. I raggi solari che penetrano verso l’interno creano spazi introspettivi, ombre in continua mutazione che diventano luce totale sul piano di copertura. Il terrazzo apre visuali sempre diverse proponendosi come punto di vista privilegiato sulla città di Atene e sull’Acropoli”.
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