1.Quali le esperienze istruttive della tua formazione?
Il corso di Composizione Architettonica V, l’apprendistato da Nicola Pagliara, il pensiero critico di Adolf Loos, l’insegnamento, lo studio, il confronto, i viaggi e la vita.
2. Quale il progetto al quale più si avvicina il tuo fare architettura?
Non so dirlo; mi piacerebbe la casa del contadino.
3.Puoi definire la tua filosofia progettuale o pensi sia troppo prematuro?
È semplice: partire dai dati noti per scoprire la soluzione che è sempre un’incognita.
4.Come nasce il tuo progetto? Che peso ricoprono analisi e intuizione?
Ogni progetto nasce dalla profonda conoscenza del COSA e dall’OSSERVAZIONE in opposizione all’IMITAZIONE praticata dalle Accademie di Belle Arti e tornata in auge in molta progettualità contemporanea. Attribuire priorità con un’attenta operazione di selezione favorisce l’intuizione, cioè la possibilità d’identificare collegamenti inattesi con quanto si conosce.
5.La restituzione grafica è affidata alle tecniche digitali. Lo schizzo, lo studio dimensionale sui plastici, ritieni siano pratiche obsolete o ancora essenziali?
L’intero processo progettuale – dal primo approccio ai dettagli, con la matita o al CAD – avviene nel confronto di grandezze riducibili alle coordinate x, y, z, quindi con piante e alzati in proiezioni ortogonali che descrivono lo spazio ed i corpi.
6.Quanto influisce il cantiere sul costruito finale?
Il cantiere è parte inalienabile della realizzazione che non ho mai delegato mentre pongo la conoscenza dei fatti costruttivi come uno dei fondamenti del progetto.
7.Pensi i vincoli siano un valore aggiunto?
Faccio riferimento alla concatenazione dei termini COSTRUZIONE, COSTRIZIONI, TOPOGRAFIA, MISURA quindi i vincoli non sono un valore aggiunto ma un requisito del progetto.
8. Preferisci materiali tradizionali o quelli più vicini all’attuale tecnica delle costruzioni?
Preferisco quelli più idonei ad ogni tema, alla sua economia di costo, di forma e di significato.
9.Si parla di componenti amateriche, materiali rinnovabili. Pensi siano la giusta via da perseguire?
L’architettura è materica quindi le componenti amateriche non possono essere materiali; in ogni caso alle une e alle altre si dovrebbe attribuire un valore morale.
10.Quale il progetto che meglio rappresenta l’attività da te svolta fin qui?
Non so dirlo ma il più ambizioso è il “Tempio islamico cristiano” poi denominato “Casa di Abramo”, un tema senza storia ma che avrebbe fatto storia e che dal 2001 ho invano proposto a ben tre sindaci di Napoli. Un progetto con presupposti identici, è in procinto di essere realizzato a Berlino.
11.Il tema con il quale speri di confrontarti in futuro?
Sono legato al metodo e posso quindi ambire a qualsiasi tema ma mi piacerebbe fare un edificio per favorire la produzione dell’Arte: una casa per un intellettuale, un regista o un musicista.