IL TEMA: Pompei è una realtà a ridosso del Vesuvio che deve la propria importanza alla vicina area archeologica. L’antica provincia romana sommersa dai lapilli vulcanici è esposta alle intemperie ed al continuo abbattersi di acqua piovana che, durante i periodi invernali, mettono a dura prova la rispondenza statica delle murature. Nonostante la comunità europea disponga ingenti fondi da investire in opere di manutenzione, le frane e gli smottamenti sembrano non riuscir e a fermarsi. C’è quindi da intervenire in maniera programmatica, provare a salvaguardare quanto di amovibile sussiste sul sito e operare alla rimessa in pristino delle antiche vestigia. Un museo a ridosso dell’antico impianto urbano potrebbe rappresentare il modo migliore per offrire ai visitatori un importante polo di valorizzazione del patrimonio locale e mettere a disposizione del Comune fondi per l’apertura urgente di nuovi cantieri. E’ questa un’occasione di dibattito per dare forma al nuovo museo per Pompei, il MUPP. Rispettando la memoria si può salvare la storia!
PRIMO CLASSIFICATO: Chaveneau Harold, Ohashi Yuko (FRANCIA)
“Nella continuità dell’ impianto urbano di Pompei e attraverso una visione contemporanea, il progetto riprende il linguaggio dell’architettura romana per tradurlo in maniera nuova. Si sviluppa verticalmente su due piani per mantenere la sagoma delle costruzione esistente e non entrare in conflitto con la monumentalità dell’anfiteatro. Il primo piano è pensato come un quartiere di città: i decumani funzionano da direttrice del progetto e influenzano l’intero programma funzionale. La pelle esterna del museo è un’ interpretazione del sistema di costruzione in muratura tradizionale romana, l’opus incertum, con cui si crea un reticolo in calcestruzzo ad alta resistenza che controlla la luce naturale. Un rimando simbolico necessario anche a fornire un sistema di filtro per la luce che penetrando negli ambienti interni offre suggestioni visive al visitatore che sanno rinnovarsi nelle diverse condizioni atmosferiche.”
SECONDO CLASSIFICATO: Bonfio Marco, Lazzarini Nicolò, Moro Silvano, Zanon Giacomo (ITALIA)
“La soluzione architettonica si sviluppa attraverso una promenade che accompagna il visitatore in un costante cambio di punto di vista. Lo spazio aperto predomina su quello coperto nel rispetto del sito in cui l’area d’intervento sorge essendo direttamente connessa con la zona degli scavi. Una grande cavea circolare diventa interpretazione contemporanea della forma teatro che ha caratterizzato le città romane diventando luogo preposto per eventi pubblici o per offrire alle persone uno spazio per la sosta e il relax. Gli spazi del museo sono disposti sotto il livello della strada per non alterare in maniera netta la percezione del luogo e garantire un miglior isolamento durante il percorso di visita degli ambienti. Il museo rappresenta uno spazio pensato per valorizzare la storia del luogo costituendo, nel suo essere contenitore di memoria, un ideale ponte temporale.”
TERZO CLASSIFICATO: Mammoliti Michele (GERMANIA)
“Il museo si compone di due quadrati accostati e traslati protetti da un tetto dalle forme organiche. Gli ambienti interni ruotano attorno alle corti scoperte, i patii, in ricordo della conformazione architettonica che caratterizza le antiche domus romane. Rimandi formali vengono riproposti nella conformazione dei muri perimetrali di chiusura: le superfici in apparente decadenza ricordano le vestigia delle antiche città romane. Il progetto vuole adattarsi al luogo in maniera discreta, offrire un punto di aggregazione che non stravolga la morfologia dell’area ma che ad essa sappia adattarsi in maniera discreta. Mattoni e luce caratterizzano un intervento pensato per offrire ai visitatori un’esperienza percettiva che riesca a far rivivere le atmosfere di un passato lontano e mai dimenticato.”
MENZIONE: Cherpovitskaya Polina, Gatsolaeva Evgenya (RUSSIA)
“L’idea di progetto si basa sulla capacità di far interagire la storia di Pompei con un design di stampo contemporaneo. La forma dell’antico teatro romano viene riproposta: quattro archi caratterizzano gli angoli dell’edificio costruendo un vuoto centrale che è percepibile solo penetrando all’interno del museo. Esternamente la visione risulta molto compatta: le superfici opache cingono gli ambienti e sono cadenzate da piccole e continue bucature dalle quali penetra la luce dell’interno illuminando l’area prospicente esterna. Il concetto di teatro ritorna nel disegno della copertura, una gradonata scoperta conclude l’edificio offrendo un luogo fruibile durante eventi all’aperto.”
MENZIONE: De Simone Giovanna, Amicarella Matteo (ITALIA)
“L’analisi del luogo è la parte principale dal quale trarre informazioni necessarie al disegno della proposta progettuale. Di particolare interesse sono le insulae, spesso sviluppate su vari piani, che danno alla sezione un andamento vario originando un gioco di effetti cromatici che trasporta il visitatore in una realtà in cui luci e ombre si alternano generando atmosfere suggestive. Il museo diventa un insieme di volumi connessi tra loro da camminamenti esterni alternati a delle piccole piazze dove è possibile sostare nel percorso di visita al museo . Le funzioni sono distinte ma tra loro connesse per offrire una fruibilità assai aperta. Osservando il sito archeologico si evince come le antiche domus abbiano perso la propria copertura; l’intento progettuale insiste sulla diversa inclinazione dei tetti per rendere facilmente individuabile il museo anche osservando l’area dall’alto.”
MENZIONE: Di Tella Dario, Errico Carmine, Maisto Luigi (ITALIA)
“Il progetto ripropone i tratti tipici della città antica e i rapporti tra pieni e vuoti che la condizione di rovina dell’area archeologica è andata costituendo con il tempo. L’edificio è pensato per essere parte del luogo ma rispondendo alla condizione necessaria di offrire un nuovo servizio all’intera comunità; il design contemporaneo e pulito che caratterizza il volume conferisce al museo una propria riconoscibilità alla quale non rinuncia pur entrando a far parte di un sito dalla storia consolidata. La luce è parte essenziale del progetto: proviene dall’ampia corte centrale e illumina gli ambienti disposti intorno ad essa. Le sale e l’auditorium godono di una maggiore protezione per permettere agli utenti un’esperienza di maggior privacy .”
MENZIONE: Fabi Marco (ITALIA)
“Il tema cardine è la narrazione del luogo. Il progetto si articola su tre piani ben distinti: il foro, l’area ipogea e la zona didattica. Un percorso laterale in legno, in ricerca di una componente organica che sappia aderire all’area verde che circonda il museo, conduce il visitatore verso gli spazi espositivi collocati al di sotto del livello strada. La piazza pubblica è circondata da pareti in cor-ten dove appaino le prime immagini afferenti al disastro che ha seppellito l’antica Pompei; le superfici ricordano nel colore la lava del Vesuvio e la trasformazione cromatica che queste subiranno saprà valorizzare il trascorrere del tempo. Posto a un livello interrato si accede agli spazi museali: le atmosfere drammatiche di un’oscurità che lascia spazio alla luce solo per illuminare in maniera puntuale i reperti, trasmette al visitatore l’angoscia vissuta durante il disastro. L’alternarsi tra spazi aperti e e chiusi genera un senso di compressione che amplifica la percezione emotiva del visitatore.”
MENZIONE: Santiago Jesùs Gallardo Alarcon (SPAGNA)
“La proposta di progetto, che intende fare della regolarità la propria chiave di lettura, prende forma analizzando la conformazione urbanistica di cardi e decumani dell’antica Pompei. L’area d’intervento viene intesa come una grande piazza in cui la pavimentazione si lascia cingere dalle aree verdi che circondano il luogo preposto al nuovo museo. Pochi volumi sporgenti – aree di sosta coperte – segnalano la presenza del museo, immaginato come un grande edificio ipogeo. La passerella di accesso, disposta parallelamente al teatro preesistente, conduce il visitatore verso l’interno dove le rovine del mondo antico cadenzano i percorsi tra le diverse sale. Un unico grande cortile scoperto illumina gli ambienti interrati permettendo alla luce di penetrare in maniera non invasiva in un luogo in cui il continuo le ombre riescono a rendere dinamica la lettura degli spazi.”
MENZIONE: Gaspari Gaetano, Bertolini Gianluca (ITALIA)
“Il MUPP deve essere immaginato per esaltare il sottile equilibrio che lega la storia di una civiltà antica con il proprio presente. Il progetto riprende la conformazione di un’antica domus dove gli ambienti sono disposti intorno all’atrium centrale. Le sale espositive si susseguono all’interno di un percorso organizzato per concludersi alle spalle dell’edificio dove l’auditorium è in stretta relazione con l’area verde esterna. Nonostante riportino alla memoria la tradizione antica delle costruzioni romane, le facciate trasparenti e gli ambienti a doppia altezza conferiscono un aspetto attuale all’edificio. I mattoni rossi a vista che caratterizzano i prospetti esterni aderiscono, grazie alla loro matericità, al giardino che delimita il percorso tra il museo e l’antico teatro. Al calare della notte il museo scompare tra le rovine per essere parte di un racconto scritto nel corso dei secoli.”
MENZIONE: Lucìa Gutiérrez Sierra, Marìa Belén Lòpez Salido (SPAGNA)
“L’edificio, posto in prossimità di uno degli ingressi alla zona archeologica, fa da tramite tra la città e le rovine diventando una tappa essenziale che sancisce l’inizio del tour. La pietra, in adesione con le antiche rovine, è il materiale maggiormente impiegato per ridurre l’impatto del costruito con la preesistenza. Il museo si sviluppa quasi totalmente sotto il livello della strada ed è coperto in superficie da una piazza che diventa luogo d’incontro sia per i visitatori che per la gente del posto. I volumi fuori terra, caratterizzati da grandi vetrate, diventano fonti di luce naturale per le sale ipogee oltre ad illuminare la piazza con la luce proveniente dal basso durante le ore notturne. La disposizione planimetrica è al contempo essenziale e aperta: i percorsi risultano facilmente leggibili ma la fruizione non è vincolata lasciando al visitatore molteplici possibilità d’utilizzo. In corrispondenza dell’auditorium la copertura si innalza offrendo in superficie un belvedere rivolto alla città antica.”
MENZIONE: Ricardo Goncalves (PORTOGALLO)
“Cemento, vetro e acciaio sono i materiali impiegati nella proposta di progetto che, mantenendo intatto il bisogno di contemporaneità, riprende le forme che hanno caratterizzato l’architettura romana. L’edificio è immaginato come un tempio del nuovo millennio, alle colonne che sorreggono l’itera struttura si aggiungono i fregi di riproposti come ornamento dei prospetti. Percorrendo le scale che caratterizzano il podio sul quale è collocato l’edificio si accede all’unico ambiente vetrato dove le sale sono definite dai pannelli espositivi che frammentano gli spazi. Al centro, come in una cella di un antico tempio, è collocato l’auditorium, ambito nel quale poter istituire eventi di carattere pubblico. Nonostante l’architettura romana si distinguesse per il vivace utilizzo del colore, il bianco delle superfici ritorna in questa proposta in ricerca di un senso di rigore e pulizia.”
MENZIONE: Tagliarini Martina, Naso Monica, Vigo Edoardo (ITALIA)
“Il MUPP sembra quasi nascondersi per non alterare le caratteristiche del luogo e mantenere il rapporto visivo con il teatro antico, uno dei luoghi più rappresentativi dell’area archeologica. Un ingresso laterale conduce il visitatore sotto il livello strada dove è possibile accedere al complesso attraverso un accesso che sembra scavato nella materia. Prende forma un’esperienza in cui spazi semi coperti si alternano alle sale espositive più ermetiche, tutto contenuto sotto un’unica piastra di copertura che riesce a dare unità ai diversi volumi. La luce che penetra dai lucernari evidenzia il valore dell’immateriale esaltato dalle alberature che sono disposte tutt’intorno a protezione dell’edificio. La sezione a volta di molti ambienti esalta uno degli elementi costruttivi maggiormente riferibili alla tradizione d’epoca romana.”
MENZIONE: Donantoni Camilla, Grompone Ludovica, Orlando Anna, Zabeo Marco (ITALIA)
“L’architettura enfatizza il momento della catastrofe, ricordando la massa di magma che ha ricoperto la città si relaziona a due diversi ambiti urbani: l’antica area archeologica ed il paesaggio naturale che la circonda. I volumi dei differenti ambienti sono connessi attraverso stretti percorsi all’aperto; lo spazio viene compresso in un vicolo oppure dilatato in una piazza, ricordando l’impianto tipico della vicina Neapolis. I volumi costruiti sono degli elementi dall’aspetto monolitico, come blocchi di pietra calcarea sporgono dal terreno e contengono all’interno sale espositive, zone ristoro, e un auditorium coperto. Ogni ambiente gode di una propria autonomia per essere fruibile indipendentemente dagli ambienti ad esso contigui ma implementandone la funzione. Il progetto, oltre ad essere un luogo per la memoria, intende porsi quale novo polo per la cultura a servizio dei cittadini.”
PREMIO WEB: Romanelli Matteo, Alessandro Achille (ITALIA)
“L’idea progettuale è quella di creare un museo fortemente radicato nel contesto circostante e con la storia di Pompei. L’articolazione volumetrica dell’idea è stata elaborata operando una sintesi tra le forme plastiche dei blocchi di basalto e gli allineamenti della rete viaria della città antica. Il complesso risulta frammentario ma al contempo presenta corpi di fabbrica ben collegati tra loro. L’intento è stato quello di proporre una soluzione che fosse basata sul concetto di design for all, ovvero permettere e atutti di accedere agli spazi con pari opportunità e partecipazione”
PREMIO WEB: Iovinelli Enrico, Dell’Aversana Salvatore, Ferrara Salvatore, Galati Flavia, Iovine Giuseppe (ITALIA)
“Lo spazio interno del museo è stato progettato disponendo gli spazi in modo da rispettare la superficie preesistente del lotto. Al centro della struttura è stata posta una colonna ottagonale che dà origine ad otto percorsi d’acqua tali da indicare percorsi distinti. Sulla sommità del complesso è collocato un punto di ristoro con ampio belvedere dal quale è possibile godere del panorama circostante. Le sale per le mostre temporanee e permanenti sono caratterizzate da ampi macchine amovibile per permettere la miglior collocazione delle reliquie al coperto degli ambienti”
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