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IL TEMA: In ricorrenza dei venticinque anni dalla caduta del muro di Berlino, barriera che divideva la parte ad influenza sovietica da quella statunitense durante gli anni della guerra fredda, vogliamo porre l’attenzione su uno dei quartieri che, nell’ultimo decennio, sta attraversando una evidente fase di crescita. Il Kreuzberg, a ridosso del Fredrichshain, è una zona che si trova sulla sponda del fiume Sprea a ridosso della pregressa cortina divisoria di cui ancora oggi sono visibili buona parte dei resti. È il quartiere in cui gli edifici d’epoca sono in ristrutturazione e dove i prezzi di locazione sono ancora molto contenuti, motivo per cui in molti si sono spostati in quest’area. Col tempo è diventato il quartiere degli artisti ed è in corso una delle più attive avanguardie culturali d’Europa. Vogliamo immaginare una nuova residenza per artisti, un’ideale cerniera alle spalle del muro, in corrispondenza del suggestivo ponte  Oberbaum, che possa diventare un importante polo aggregativo. È  qui che gli artisti provenienti da ogni parte del mondo potranno ritrovarsi per partecipare al cambiamento di cui è protagonista la Berlino del XX secolo. Che diventi il simbolo della ricostruzione.


PRIMO CLASSIFICATO: Zanoni Enrico (ITALY)

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“L’area di progetto, inserita nel tessuto urbano di Fredrichshein, si trova in corrispondenza del ponte Oberbaum ed è valorizzata da una architettura di pregio a firma dell’architetto portoghese Alvaro Siza. L’idea principale di progetto è stata quella di far integrare l’artista con la società che lo circonda. L’elemento architettonico è uno spazio pubblico fruibile dai cittadini, un percorso che dal piano terra conduce all’ultimo livello dove una veduta panoramica in asse con il ponte diventa un ideale trampolino sul fiume Sprea. Questo percorso si snoda occupando quasi tutta l’area disponibile e permette al pubblico di elevarsi fisicamente ed intellettualmente anche grazie alle opere d’arte in esso contenute (art gallery and urban passage). Lo spazio sottostante diventa un vuoto completamente permeabile (urban void). L’edificio è caratterizzato da una fitta maglia strutturale che sorregge volumi semplici come piccoli nidi di una foresta urbana.”


SECONDO CLASSIFICATO: Di Gianni Francesco, Fogliano Antonio (ITALY)

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“Immaginare una housing significa pensare a uno spazio urbano collegato con la città proteso a valorizzare l’esistente. Il progetto si trova accanto al ponte Oberbaum, luogo che ha sempre svolto un ruolo di connessione su scala urbana. L’intervento si propone di costruire un percorso pedonale e ciclabile che, partendo dal parco di Gorlitzer, possa raggiungere il cuore del quartiere Friedrichshain. All’interno dell’area di progetto si possono trovare differenti percorsi che permettono punti d’osservazione dinamici e suggestivi. A differenza del muro che creava divisione l’edificio diventa un tramite di connessione. I volumi edificati sono sospesi, svolgono una funzione filtro piuttosto che di barriera.”


TERZO CLASSIFICATO: Redaelli Luca, Norella Spadaro Andrea, Valle Eleonora (ITALY)

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“La visione di progetto rievoca la breccia di luce che trafisse il muro. Le armature metalliche non sostenevano più una barriera ma rappresentavano lo sfaldamento, nascono dal terreno per divenire una pelle leggera che riveste l’edificio. Aprendosi in più punti lascia spazio a squarci di vetro e luce. Morfologicamente l’edificio nasce da due giaciture principali, il ponte Oberbaumstrabe e la Schlesische street. Si è pensato di realizzare un edificio che unisse queste generatrici e che fosse integrato con il contesto nel quale è inserito. Il complesso si connette al parco antistante con una tettoia pubblica che incrementa gradualmente la sua altezza per raggiunge la massima elevazione nell’angolo. È in questo punto che la tessitura metallica si smaterializza per diventare ingresso incarnando il desiderio di una simbolica apertura a nuova vita.”


TERZO CLASSIFICATO: Stecca Marco (ITALY)

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“Art for Freedom è un progetto che prende vita da tre parole chiavi: arte, frammento e muro. L’obbiettivo è la realizzazione di ambienti differenti su più livelli in grado alternare attimi di privacy a momenti di condivisione. La disposizione dei blocchi residenziali permetterà alla nuova area residenziale di essere strettamente  connessa al tessuto urbano. L’evoluzione formale ha inizio pensando al muro sotto un’accezione più vicina all’idea di ostacolo, abbattuto diviene tassello della città. Le tipologie residenziali sono differenti mentre la romantica suggestione di una terrazza è stata voluta per garantire un affaccio sul parco preesistente per rafforzare il legame con il luogo.”


MENZIONE: Sieracka Beata, Stanek Bartosz, Milaszewski Wiktor (POLONIA)

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“La semplicità e l’austerità delle forme, linee sottili e precise, sono le caratteristiche che più hanno influenzato il progetto. Il primo volume, scandito da elementi verticali, allude alle forme classiche visibili nell’architettura tedesca e contiene le residenze al proprio interno. Il secondo edificio è una metafora della diversità delle culture, la luce gioca un ruolo importante e rende gli ambienti sensibili al cambiamento. In questo edificio trovano luogo spazi espositivi, una sala polifunzionale e di alcuni laboratori per artisti. Il terzo blocco, situato nel luogo più stretto della trama, è completamente vetrato. Il materiale è stato utilizzato nella sua accezione di filtro recettivo. I tre volumi sono comunicati e accessibili dall’esterno attraverso una corte pubblica che riveste un ruolo fondamentale nei momenti di vita pubblica. Tradizione e storia si incontrano in un’architettura nuova e dal design contemporaneo.”


MENZIONE: Comin Giulia, Sasso Chiara, Tobis Iga (ITALY)

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“La posizione strategica del luogo ha imposto al progetto un’articolazione funzionale che rispetti le esigenze di tutti. L’edificio non doveva rappresentare un confine fisico ma un simbolo del ricordo che trova nuovo valore attraverso l’arte. Bisognava creare un contenitore all’interno del quale la comunità potesse dialogare ed interagire. I volumi contengono funzioni distinte ma ben connesse: l’edificio è concepito come un edificio fruibile a qualunque ora del giorno attraverso un sistema di spazi funzioni come  biblioteche, negozi, ed aree ristoro. Il progetto propone una soluzione che guarda al di là della semplice residenza per soddisfare le esigenze della vita quotidiana dell’intero quartiere.”


MENZIONE: Cioni Ilaria (ITALY)

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“La crescita dell’area è stata organica e graduale, probabilmente poco percepita dagli abitati stessi. L’idea di partenza è stata quella di avere una residenza polifunzionale, stilisticamente coerente con il contesto, tale da diventare un attrattore sociale per chiunque. Il progetto insiste sul concetto di modularità. Sono differenti le tipologie abitative presenti, ognuna con una diversa superficie che propone un modello base prestabilito. Insistendo sulla sottrazione si è potuto giungere ad una distinzione tipologica, una distinzione fisica piuttosto che strutturale. Le percorrenze connettono i diversi ambiti in  maniera open per offrire una fruizione dinamica del costruito.”


MENZIONE: Piotr Pańczyk, Palczowska Magda, Polański Mikołaj (POLONIA)

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“Durante la creazione di un simbolo della ricostruzione non è possibile cancellare la memoria, il nuovo edificio doveva adattarsi al quartiere ricreando una griglia urbana perduta dopo la guerra. Spazi destinati a galleria d’arte all’aperto, laboratori e camere private si mescolano tra loro consentendo relazioni sempre nuove. La facciata è caratterizzata da una struttura di lamelle d’acciaio fisse coperte da opere di artisti di strada. A seconda dei punti di osservazione le immagini sembrano cambiare. L’uniformità dell’esterno si contrappone ai pannelli in vetro curvato dell’interno pensati per favorire una esperienza d’uso mai uguale a se stessa. Spazi verdi inseriti sia nella corte che sulla superficie di copertura manifestano un’attenzione green del progetto.”


MENZIONE: Montalto Valentina, Marsico Andrea, Iannucci Daniele (ITALY)

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“Kreuzberg è un quartiere multiculturale un tempo abitato da soli operai e oggi vissuto da studenti e artisti.  Il concept del progetto parte dall’idea di un muro pieno che attraverso tre direttrici principali si frammenta aprendosi alla città per creare uno spazio dove l’arte possa interagire con le persone. Il complesso si articola su cinque livelli. Il primo, completamente aperto al pubblico, diventa il nesso di reciprocità tra quest’ultimo e l’arte in tutte le sue forme. Il secondo è invece pensato come una fucina dove gli artisti sono liberi di esprimere la loro creatività. Ogni edificio accoglie così una precisa tipologia di artisti: musicisti con aree dj-set e sale registrazione, artigiani con punti vendita e laboratori di produzione, pittori con gallerie espositive ed atelier, attori con spazi teatrali e laboratori creativi. Gli ultimi tre livelli ospitano gli alloggi protetti da sistemi di schermatura mobili  che rendono dinamiche le facciate. L’architettura diventa un tramite di promozione culturale.”


MENZIONE: Baiocco Chiara, D’Addona Marta (ITALY)

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“La posizione dell’area di progetto, prossima alla cortina divisoria, ha conferito un nuovo significato al concetto di muro non più inteso come divisione ma come filtro. La facciata, in linea con la parte anteriore degli edifici nel resto del quartiere, è interamente disegnata e colorata con graffiti e fotografie. All’interno, le grandi colonne a forma di albero costruiscono una foresta immaginaria dove l’artista abita, crea e espone il suo lavoro. L’impostazione, lontana dai rumori e dalla frenesia della città, facilita la meditazione permettendo la condivisione e la partecipazione. Le case, sospese, rappresentano uno stato di elevazione spirituale.”


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